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IL MIO TEMPO #12〜#18

IL MIO TEMPO #12

2019/03/31

IL MIO TEMPO #12
2019.3.1

気づけば3月になっている。2月はあんなに晴れ渡っていたのに、3月になった途端にどんより曇り空だ。今日は早起きして海に出かける案もあったけれど、初日が4日後に迫っていることもあり、やめておくことになった。そこにはどんな海が広がっていたのだろう。3月の海にホールケーキを置いて、誕生日を祝った日のことを思い出す。あの海はもう見ることができなくなってしまった。イタリアの皆が日本を訪れたとき、魚河岸に出かけたことを思い出す。あの場所も解体されてしまった。今はただ、写真を懐かしく眺める。

今日の稽古では、サラの台詞が書き加えられることになった。サラは、作品世界に登場するホテルに2週間宿泊している役を演じている。稽古が始まった頃から、藤田さんは「何でサラはこのホテルを訪れたのかってことを考えたい」と言っていたけれど、考えがまとまったらしく、波佐谷さんが演じるさとしとサラがランドリーで言葉を交わすシーンに変更が加えられる。そのシーンで、さとしは「あそこのさあ、お城、行ったことある?」と切り出す。そのお城には砲台があり、砲口は街に向けられている。それは内戦の遺物だ。その砲台を見つめながら、さとしは「や、でも不思議じゃない? この距離だよ? 外側からじゃなくて、内側からだよ? 内側から、内側に。それってなんなんだろう。もともとはおなじだったわけだからさあ。この距離のこともわからないってなんなんだろう」と語る。

「サラは実際にフィレンツェで観光ガイドをしてるけど、この作品の中のサラも、生まれ育った街でガイドをしてるって設定にしたくて」と藤田さんが言う。「ガイドをするってことは、普通の人より街のことを知っているはずなんだけど、どれだけガイドをしてもその街のことをわかっていないような気がしたから、今は旅をしているっていうことにしたい。そういう自分の問題意識と、さとしがランドリーで語った問題意識とが偶然重なったっていうことでいいんだと思う」

18時には稽古が終わり、荷物を片付ける。この稽古場で過ごすのは今日で最後だ。片付けを終えると、あゆみさんが「エブリワン」と皆を並ばせる。皆は「アユミズ・フォトタイム」と指示に従って、記念撮影をする。写真を撮るたび、『IL MIO TEMPO』でアンドレアが語る台詞が頭をよぎる。

「写真を撮ったところで、それは「記憶」として残るわけではない。写真は、過去を写した「記録」であって、記憶ではない。記憶はアタマのなかにだけあるもので、そしてそれはやがて薄れていく。この風景も、やがて薄れていくのだろうか」

稽古場をあとにする。名残惜しくなって振り返り、シャッターを切る。たった9日間通っただけの場所なのに、名残惜しくなるのはなぜだろう。稽古場も、毎日のように通ったカフェテリアも、移動式遊園地も、誰かが「ブロッコリーみたい」と言った樹も、写真に収めておく。目にした風景がどんどん膨らんでゆく。どうして一つの場所に留まるのではなく、こんなふうに移動し続けているのだろう。17番のバスに乗る、このバスに揺られるのも今日で最後だ。その風景のことを、僕はそのうち忘れてしまうだろう。でも、写真に撮っておけば、頭の片隅に追いやられていた記憶を甦らせて、そこを「再訪」することだってできる。そう思って、車窓の風景も写真に収めておく。ここでは夜が黄金色だ。それを眺めているうちに、東京の夜の風景を思い浮かべている。

  • 2016年 撮影:橋本倫史
  • 2017年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史

Improvvisamente è già marzo. A febbraio il cielo era sempre sereno, ma da quando è iniziato marzo il cielo è sempre nuvoloso. Oggi volevamo andare al mare alzandoci la mattina presto. Ma alla fine è stato cancellato, perché tra 4 giorni ci sarà il debutto. Qui il mare come sarà fatto? Mi ricordo il giorno in cui abbiamo festeggiato il compleanno mettendo la torta intera sul mare di marzo. Ormai non si può più vedere quel mare. Quando gli italiani sono venuti in Giappone, mi ricordo che siamo andati al mercato del pesce. Ma anche quel luogo è stato demolito. Ora, posso solo guardare le foto con nostalgia.

Nella prova di oggi è stata aggiunta una battuta di Sara. Sara interpreta una delle ospiti che soggiorna da due settimane all’albergo. Fin dall’inizio delle prove Takahiro diceva: “Sto cercando di capire perché Sara è venuta in questo albergo.” Mi sembra che lui abbia deciso. È stata modificata la scena della lavanderia, il dialogo tra Sara e il personaggio che interpreta Satoshi. In questa scena Satoshi comincia a parlare “Sei mai andata a visitare quel castello?” C’è un cannone, ed è puntato la verso la città. È un reperto della guerra civile. Guardando quel cannone Satoshi racconta: “Non ti sembra strana questa separazione? Questo contrasto interno? Il castello non è fuori dalla città, è dentro. Dentro la città. Da dentro a dentro… Cosa significa? Una volta era una città unita.
Finiamo sempre per separarci, non lo capisco…”      
“Sara fa la guida turistica a Firenze, ma anche in questo spettacolo vorrei che facesse la guida turistica nel paese dove è cresciuta.” Dice Takahiro. “Fare la guida significa che si conosce della città meglio delle persone che ci vivono. Ma lei sente che non riesce a conoscere la città anche se fa la guida turistica, per questo motivo adesso sta viaggiando. Penso che così vada bene, la consapevolezza del suo problema e quella di Satoshi si incrociano per caso nella lavanderia.”

Alle 18 finiamo la prova, mettiamo a posto. Oggi è l’ultimo giorno che passiamo in questo spazio prove. Quando finisce di mettere in ordine, Ayumi dice “Every one” e fa mettere tutti in fila. Tutti seguono Ayumi dicendo “Ayumi’s photo time”. Poi fanno una foto ricordo. Ogni volta che facciamo la foto, penso alla battuta di Andrea ne “IL MIO TEMPO”.

“anche se scatti una foto non puoi trattenere un ricordo…
una foto è una traccia del passato non è un ricordo…

I ricordi rimangono solo nella mente…
finché non svaniscono…. alla fine

Mi chiedo se questo paesaggio svanirà anche lui allo stesso modo…”

Lasciamo lo spazio prove. Gli addii sono sempre lunghi, mi volto a guardare la stanza, e scatto una foto. È un luogo in cui siamo stati solo per 9 giorni. Perché è così difficile andare via? Lo spazio prove, il chiosco dove siamo stati quasi ogni giorno, il luna-park, un albero che qualcuno ha descritto “come un broccolo”, fotografo tutto. Questo luogo fa parte di me. Perché continuiamo a muoverci invece di rimanere nello stesso luogo? Prendiamo l’autobus numero 17. Oggi è l’ultima volta che dondolo su questo autobus. Un giorno dimenticheremo questi luoghi. Però se facciamo una foto, possiamo fare ritornare il ricordo. E potremmo ancora visitarli nella mente. Così, scatto una foto anche dal finestrino dell’autobus. Qui il colore della notte è dorato. Mentre la guardo mi viene in mente la notte a Tokyo.  

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