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IL MIO TEMPO #12〜#18

IL MIO TEMPO #15

2019/04/03

IL MIO TEMPO #15
2019.3.4

衣装を身にまとって、舞台稽古が始まる。ほとんどノンストップで稽古は続き、日が暮れた頃になってようやく休憩時間となる。ここでは昼と夜に1時間ずつ休憩をとる規則になっている。その時間は舞台上にいることができず、劇場に鍵が閉められるので、皆でごはんを食べに行く。まだ19時だというのにほとんどの店が閉まっていて、結局お昼と同じ店に立ち寄るしかなかった。この街に暮らす人たちは、どんなふうに夜を過ごしているのだろう。こうしていると、私たちだけが幽霊のように取り残されたのではないかと不安になってくる。

「東京でも、もうすぐダイヤが改正されて、山手線の終電が早くなるじゃないですか」。藤田さんはそう語り出す。「そうすると、夜遅くまでお酒を飲んで、だらしない時間を過ごしちゃ駄目ってことになってくる気がするんですよね。うちの母さんと父さんがよく言ってたのは、学校があって家っていうものがあるけど、その往復だけだと絶対に駄目だってことで。街にはどこかしら広場があったわけですよね。家の中でも、学校の中でも、職場の中でも、役割ってものがあるけど、役割のない時間っていうものが大事だと思うんです。『IL MIO TEMPO』もそうだけど、誰が何の役割なのか曖昧になる時間を描こうとしてる感じが、年々強くなってる気がします」

稽古は22時まで続く。今日は初めてチャプター8以降の稽古に着手する。チャプター8の名前は「First Memory」だ。ここではまず、ゆり子さんが生まれて初めての記憶を語り出す。それは、彼女のほんとうの記憶だ。

「まだ、言葉がなかったころ。ゆりかごに揺られていて、こう、視界がかたどられている。っていうのが、わたしの初めての記憶。籐のゆりかごだったんだけれど、独特な匂いがこのあたりでして、上顎がきーんとした記憶。天井をみつめているんだけれど、それ以外の外の世界はみえなくって。みたくっても、だけれど、みることができない。大人たちが、時々こう、覗きこんでくる。そうすると影が出来て、ゆりかごのなかが暗くなって、大人たちがまたどこかへ行ってしまったら、天井以外のなにもかもがなくなってしまって。とおくから声や音はするけれど、それをわたしはみることができない。とても不安で、泣いたりした記憶」

フィレンツェを歩いていると、ゆり子さんが印刷されたポスターをいくつも見かける。最初の記憶を語るシーンを撮影した写真が、町のいたるところに貼られているのだ。帰り道、静まり返った道でもそのポスターを見かけた。「ちょっとぼろぼろになり始めていて、ずっと昔から貼られてるみたい」とゆり子さんが言う。「私は、誰かの記憶を聞いてつくる作品に参加することが多くて。人の記憶を扱うことって、なんていうか、思うところがありますね。人の記憶を扱ってしまっているけど、怖いときがあります」

2015年の夏の終わり、『IL MIO TEMPO』という作品を立ち上げるとき、藤田さんはまず、出演者の皆に記憶にまつわるインタビューを行うところから作業に取りかかった。そこで語られた記憶が、作品の中に散りばめられている。ゆり子さんの最初の記憶に続けて、カミッラも自身の記憶を語る。

「三歳のときだったとおもう。お父さんがわたしに羽毛布団を掛けてくれた。それは、冬だったからで。だから、寒くって。水玉模様の、白い布団だった。羊毛の小さな帽子。ダウンジャケット。家から500メートル離れた運動場のところまで、連れて行ってくれたのを憶えている」

皆が最初の記憶について語るのを、不思議な気持ちで眺めたことを思い出す。僕は小さい頃のことをほとんど憶えていなくて、最初の記憶というものを語ることができない。ただ、自分の記憶はないけれど、いろんな人の思い出を僕は知っている。自分の中にある記憶がからっぽであるせいか、いろんな人の記憶が僕の頭の中に蓄積されている。

カミッラが最初にお父さんの思い出を語ったとき、私たちはカミッラのお父さんの姿を想像した。想像することしかできなかった。でも、私たちは想像するだけでなく、実際に足を運び、お父さんに会いに行くことだってできる。カミッラの最初の記憶を聞くとき、今の私たちは、カミッラによく似たお父さんの笑顔を思い浮かべることができる。

  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史

Iniziano le prove generali con i costumi. Le prove vanno avanti quasi senza pausa. A fine pomeriggio viene finalmente fatta una pausa. In Italia bisogna fare per legge 1 ora di pausa sia a pranzo che a cena. Durante quell’ora non si può stare in palcoscenico ed il teatro è chiuso. Così andiamo a cena tutti insieme. Sono le 19, ma quasi tutti negozi sono chiusi. L’unica soluzione è andare allo stesso posto dove abbiamo pranzato. Cosa fanno la notte le persone di questa città? Mi agito solo al pensiero di essere rimasti solo noi come fantasmi.

“A breve a Tokyo cambieranno gli orari dei treni. E l’ultimo treno notturno per Yamanotesen partirà prima.” Comincia a parlare Takahiro. “Penso a quelle persone che dicono che non va bene passare il tempo libero poltrendo e bevendo Sake fino a tarda notte. Mia madre e mio padre dicevano che bisogna uscire e che non è sano stare solo a casa e a scuola. In città c’è la piazza. A casa, a scuola o a lavoro ognuno ha un ruolo. Ma credo che sia importante avere del tempo libero e uscire da questo ruolo. Anche ne “IL MIO TEMPO”, anno dopo anno sto cercando di raccontare quel momento in cui il ruolo dei protagonisti diventa vago.”

Le prove proseguono fino alle 22. Oggi provano per la prima volta le scene dopo il capitolo 8. Il titolo del capitolo è “First Memory”. La scena inizia con Yuriko che racconta il suo primo ricordo. È il suo vero primo ricordo.

“Il mio primo ricordo, mi pare, è di me nella culla. Ero troppo piccola per parlare. Anche il mondo che vedevo aveva la forma di quella culla. Era una culla di vimini, e mi ricordo che aveva un odore pungente…scricchiolava. Ero in questa culla e guardavo il soffitto, ma non riuscivo a vedere il mondo fuori. Ricordo che volevo tanto vederlo ma non potevo. E c’erano gli adulti che venivano a guardare nella culla e con la faccia coprivano la luce. Mi facevano ombra e io avevo un po’ paura. Ma poi se ne andavano, sparivano dalla cornice della culla, e io sentivo le loro voci lontane. Ma non li vedevo, mi agitavo e piangevo.”

Camminando per Firenze si vedono tanti manifesti su cui è stampata l’immagine di Yuriko. È una foto della scena in cui racconta del suo primo ricordo, è stata un po’ ritoccata. Sono stati affissi per tutta la città. Tornando all’appartamento ne ho visto uno in una silenziosa. “Stanno iniziando a scolorirsi. Sembra che siano stati attaccati molto tempo fa.” Dice Yuriko. “Molti degli spettacoli in sui recito sono stati creati dai ricordi di qualcun altro. Sono come un riflesso. Interpreto il ricordo di qualcun altro, ma a volte mi fa paura.”

Alla fine dell’estate 2015, quando hanno iniziato la creazione de “IL MIO TEMPO”. Takahiro ha cominciato intervistato tutti gli attori chiedendo loro di raccontare il primo ricordo. I ricordi che hanno raccontato sono stati inseriti nello spettacolo. Dopo Yuriko anche Camilla racconta del suo primo ricordo.
“Ero in casa. Il babbo mi prepara. Mi mette il piumino a pois. Ero piccola avevo tre anni.
Mi mette questo piumino e il cappello di lana. Era inverno, faceva freddo.
Mi prepara e mi porta al campo-scuola che dista 500 metri da casa.
Questo è il mio primo ricordo.”

Mi ricordo che li guardavo e provavo una sensazione inspiegabile. Io non posso raccontare il mio primo ricordo, non mi ricordo quasi niente di quando ero piccolo. Ma conosco i ricordi di altre persone invece del mio. I ricordi di altre persone si sono accumulati nella mia mente, forse anche perché dentro di me lo spazio del mio ricordo è vuoto.

Quando Camilla ha raccontato il ricordo di suo padre, abbiamo immaginato come fosse fatto. L’unica cosa che potevamo fare era immaginare. Ma ora che lo abbiamo incontrato non è più necessario immaginarlo. Quando ascolto il primo ricordo di Camilla, adesso posso ricordarmi della sua faccia sorridente, che assomiglia molta a quella di Camilla.

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