mum&gypsy

IL MIO TEMPO #0〜#5

IL MIO TEMPO #4

2019/03/23

IL MIO TEMPO #4
2019.2.21

朝の街を歩く。白いボートが川を遡ってゆく。陽射しで水面が輝き、その光が橋の裏側に反射している。向こうにポンテ・ヴェッキオが見えている。この橋を背景に記念撮影したことを思い出す。ポンテ・ヴェッキオとはイタリア語で「古い橋」で、時代を感じさせる小さな宝石店が並んでいる。「このお店、宝石箱みたいに閉まるんだよ」。初めてフィレンツェを訪れた古閑さんに、あゆみさんが教えてあげている。チェスの駒が並ぶショーウィンドウや、革製品を並べた露店を通り抜け、ドゥオーモに出る。いろんな国の人たちが闊歩している。「セルフィー、セルフィー!」と繰り返す、自撮り棒を売る露天商。3分で描いてやると話しかけてくる似顔絵屋。紙コップを手に「ペルファボーレ」とお金を乞う女性。機関銃を抱えた迷彩服姿の男性が立っている。ときどき日本語ともすれ違う。昨日まで過ごしてきた場所とは風景が違っていて少し戸惑う。たった3日間過ごしただけだというのに、自分がいる小さな世界がすべてであるように錯覚してしまって、その外側にも世界は広がっているのだということを忘れてしまう。

稽古場にたどり着く。イタリアの皆は、昨日までに比べて荷物が大きいように見える。アンドレアの鞄から瓶がぶつかる音が聴こえる。今日の夜は皆でホテルに集まって食卓を囲もうと藤田さんが提案していたので、準備をしてきてくれたらしかった。

「これだと奢ってもらう形になっちゃうな。でも、俺たちは何もできないかもね」と藤田さんが言う。「いやいや、そんなことないよ。考えよう」とあゆみさん。「出汁は持ってきてるから、だし巻き玉子は作れる」とゆり子さん。ああでもないこうでもないと話し合って、だし巻き玉子としょうが焼きを作ることになる。

稽古が終わると、スーパーマーケットで買い出しをしてホテルに戻る。誰が選んだのか、部屋にははっぴいえんどが流れている。「だし巻きって醤油入れる?」「うーん、入れない」「入れてもちょっとか」「うん、醤油はなくてもいいね」。調理をしているうちにイタリアの皆がホテルにやってくる。ジャコモはハムを3種類買ってきてくれて、パンの上にモッツァレラを盛り、その上にプロシュートをのせ、ひとりずつに配っている。ひとしきり配り終えると、今度は別のチーズを取り出して、これもパンの上に盛りつけてゆく。ゆり子さんがそれをつまみ食いしようとすると、「No!」とジャコモが制する。これは日本の皆に「せーの」で一緒に食べて欲しいのだという。調理していた皆も食卓を囲んで、一緒に食べる。これはブラータというチーズで、スペシャルなチーズらしかった。高級品というわけではないけれど、休日に家族で一緒に食べるちょっと特別な味なのだという。私たちがスーパーマーケットに行っても違いがわからないけれど、皆といると色々知れて嬉しいと綾さんがつぶやく。イタリアの皆も、だし巻き玉子としょうが焼きを喜んで食べてくれた。お互いがどんなものを食べてきて、どんなふうに暮らしてきたか、わかり合うことができる。わかるとわからないの境界線はどこにあるのだろう。

「あっちゃんはさ」と藤田さんが切り出す。「皿に魚が盛りつけられてるときに、目があると食べるのを躊躇するって話を18歳のときからずっとするじゃん。『魚と目が合う感じがする』って。だけどさ、俺はあれを目だとは思えないんだよね」

私は、私たちは、どこからどこまでを目だと認識しているのだろう。

冷蔵庫からビールを取り出す。さっき買ったばかりのビールで、まだあまり冷えていない。今日の夜に向けて、藤田さんは小さな商店でビールを買おうとしたのだけれども、酒は売れないと断られたのだった。「日本に置き換えて考えるとさ、外国人観光客に酒を売らないって、結構な出来事だと思うんだよね。想像してみてほしいんだけど、滞在する夜の数だけビールを飲めないってことだよ」。昨晩、別の店でビールを買った波佐谷さんは、ひとまわりは年下と思しき店員に「Grazie, boy」と言われたと話していた。その店員たちに、僕たちの目はどう見えていたのだろう?

  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2013年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史

Èmattina in città e noi camminiamo. Una barca bianca risale il fiume. Il sole brilla sulla superficie dellacqua, oltre il riflesso del ponte. In lontananza si vede Ponte Vecchio. Ricordo che l’ultima
volta abbiamo fatto una fotografia col ponte alle nostre spalle. Ponte Vecchio, in giapponese, si dice
“Furui Hashi”. Sopra, ci sono tanti negozi di gioielli e si respira un’atmosfera antica.
Questo negozio è come unascatola di gioielli,dice Ayumi a Koga-san, che è venuta a Firenze per la prima volta. Passando davanti alle vetrine piene di scacchiere e scacchi, oltre le bancarelle che vendono articoli in pelle, si arriva fino al Duomo. Gente di ogni paese attraversa la strada. Un venditore di bastoni per selfie continua a dire “Selfie! Selfie!”. Un disegnatore mi dice Ti posso disegnare in 3 minuti.Una donna mi chiede Per favorecon il bicchiere di carta in mano. Ci sono uomini armati di mitra in tuta mimetica. A tratti, si sente qualche parola in giapponese. Sono un po’ sconcertato: è tutto così diverso dal luogo in cui siamo passati fino a ieri. Ho avuto l’illusione che non ci fosse nulla oltre il mio piccolo mondo, siamo arrivati da soli 3 giorni e tanto mi è bastato per dimenticare che il mondo continua anche fuori.

Siamo arrivati allo spazio prove. Mi sembra che gli italiani abbiano delle borse più grandi rispetto a ieri. Dalla borsa di Andrea viene un rumore di bicchieri che cozzano. Probabilmente, si sono portati qualcosa per cena. Perch
é Takahiro ha proposto di mangiare tutti insieme.

Takahiro dice: Ma come! Così sembra che ci offrano il cibo. E noi non possiamo farci nulla.
E Ayumi: “Ma no, qualcosa facciamo!
Yuriko aggiunge: Ho portato il brodo, così possiamo cucinare la frittata giapponese.
Dopo molte discussioni, abbiamo deciso di cucinare frittata giapponese e carne di maiale con lo zenzero.

Quando le prove sono finire, siamo andati a fare la spesa e tornati ai nostri appartamenti. Suonava la musica di Happy End, non so chi labbia messa.
Si mette la salsa di soia dentro luovo al brodo?
“Mmm…No, non la si mette.
Neanche un po’?
Neanche un po’.
Mentre cucinavamo gli Italiani sono arrivati. Giacomo ha comprato 3 tipi di prosciutto e l’ha messo sul pane, con la mozzarella, per tutti. Quando ha finito di distribuirlo, ha tirato fuori un altro formaggio. Anche questo, era per tutti. Yuriko ha provato ad assaggiarlo, ma Giacomo l’ha fermata: “NO!”. Voleva che i giapponesi lo assaggiassero tutti nello stesso momento, scandendo il tempo a voce alta. Poi sono arrivati anche gli altri, quelli che cucinavano nell’appartamento accanto. Abbiamo assaggiato la Burrata, un formaggio speciale, anche un po’ costoso, che si mangia nelle occasioni festive.

Aya ha mormorato: Non capisco la differenza tra un prodotto e l’altro quando andiamo al supermercato, ma con gli Italiani possiamo conoscere tante cose. Sono contenta.
Anche gli italiani hanno mangiato con piacere la frittata giapponese e la carne con lo zenzero. Possiamo raccontarci cosa mangiamo, le nostre abitudini, l’un l’altro. Dove sarà il confine tra capire e non capire?

Acchan…Takahiro inizia  da quando hai 18 anni eviti di mangiare i pesci che hanno gli occhi. Ti sembra che ti osservino col loro sguardo…. Ma, per me, non c’è nessuno sguardo!

Io, noi… Come si fa a riconscere uno sguardo?

Ho preso una birra dal frigorifero. Lho comprata poco fa e non è ancora diventata fredda. Questa sera Takahiro ha provato di comprare le birre in un piccolo negozio, ma non ha potuto farlo: il venditore non ha voluto vendergliele.
Se qualcuno in Giappone si rifiutasse di vendere gli alcolici ai visitatori stranieri, sarebbe un bel problema. Non potrebbero avere la loro birra finché non fa giorno…
Satoshi ha raccontato un fatto della sera precedente. Lui ha comprato la birra allaltro negozio e il commesso che sembrava dodici anni più piccolo di lui ha detto l’ha salutato chiamandolo ragazzo. A queste persone, questi venditori, come sarà sembrato il nostro sguardo?

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