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IL MIO TEMPO #0〜#5

IL MIO TEMPO #5

2019/03/24

IL MIO TEMPO #5
2019.2.22

今日も13時に稽古が始まる。まずは2017年秋に上演したバージョンで稽古が進んでゆく。2017年の上演を、僕は観客席から観ていた。だから僕が今目にしているものは既に観たことがあるものであるはずなのに、受け取る印象はどこか違っている。演劇は反復される。ただし、最後の上演から500日近い時間が経過した上での反復である。皆がそれぞれの「わたしの時間」を過ごして、再びこうして一緒にいる。俳優の皆は、記録映像で動線を確認しながら稽古を進めてゆく。過去の自分たちの姿に、ときどき大きな笑いが起きる。ラストシーンまでたどり着いたところで、今日の稽古は終わりとなる。

帰り道、昨日までとは少し違うルートを歩いていると、レオポルダ駅舎の前を通りかかる。それはかつて駅だった建物で、現在は劇場に改装されている。2013年に『てんとてん』が上演されたのはこの劇場だった。

「今朝ひとりで稽古場まで歩いてるときにも、ここを通りかかったんだよね」と波佐谷さんが言う。「それで、久しぶりに角のカフェに寄ってサンドウィッチ食べて。あのとき食べたサンドウィッチはうまかった記憶があるんだけど、今日食べてみたらあんま美味しくなかった」。それを聞いていたあゆみさんは、「あのときに比べると、イタリア慣れしちゃったのかもね」と言う。「イタリアの皆にたくさんおいしいものを食べさせてもらって、それで感覚が変わったのかもね」。波佐谷さんは「たしかに、それはあるかもね」と同意しつつ、「でも俺、あそこで飲んだコーラが人生で一番うまかった」と振り返る。しばらく劇場の前に立ち尽くす。あれから6年が経ち、こうして皆で再訪している。

「皆」と書いてしまったけれど、あのとき一緒にいたのに、今はここにいない人もいる。反対に、ゆり子さんは2013年には一緒にいなかったけれど、今はここにいる。

「私がまだ出会ってなかった頃の皆の話は、これまでもいっぱい聞いてたけど、そのことに対して寂しいとかってことは思ってなくて。私だけ出遅れたみたいな気持ちも、特になくて」。ホテルまでの帰り道、ゆり子さんはそんなふうに語っていた。皆の話を聞きながら、自分が存在するより前の時間のことをゆり子さんは想像しているようだった。彼女が語る台詞には、こんな一節がある。

わたしに 生まれて初めての記憶があるように
このホテルにだって 生まれて初めての記憶が
あるのかもしれないと そんなことを思った――

「あの言葉を言っていて、『そういうことか』って、今日思ったんです。街を歩いていると、ヴェッキオって言葉をよく見る気がして。ヴェッキオって、古いって意味だけど、それをこの街の人たちは大切にしているんだなって思ったんです。建物にも記憶があるみたいなことって、日本にいるときはあんまりピンときてなかったけど、この街を歩いてると想像する」

ホテルにたどり着く。ここは教会の隣にあって、古い建物を改装して宿舎にしたのだという。改装される前は、この部屋にはどんな風景が広がっていたのだろう。

  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2013年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史

Anche oggi le prove iniziano alle 13. Per prima cosa, gli attori ripetonol’ultima versione dello spettacolo, quella del 2017. Io guardo la rappresentazione dal posto degli spettatori. Nonostante sia la stessa dell’ultima volta, mi sembra diversa. Lo spettacolo si ripete, ma la ripetizione arriva dopo 500 giorni dall’ultimo allestimento. Ognuno ha vissuto il suo tempo, e ora si ritrova con gli altri. Gli attori guardano una registrazione video per controllare i movimenti e continuare le prove. Qualche volta ridono, rivedendosi. Quando arrivano all’ultima scena, le prove sono finite.

Tornando agli appartamenti, abbiamo cambiato percorso. Passiamo davanti alla Stazione Leopolda. Questo edificio che era la stazione dei treni, adesso, è allestito come un teatro. È su questo palco che nel 2013 è andato in scena “Dots and lines, and the cube formed” [il primo spettacolo all’estero della compagnia].

“Stamattina, mentre camminavo verso lo spazio prove, sono passato da qui,” dice Satoshi. “Dopo tanto tempo, sono tornato al bar all’angolo e ho preso un panino. Mi ricordo ancora il primo panino che ho preso in quel bar: era buonissimo. Quello di oggi, invece, così e così.”
Ayumi lo guarda: “Tu, rispetto a quel tempo, ti sei abituato all’Italia. La tua percezione è diversa. Gli italiani ci hanno fatto mangiare tante cose buone, nel frattempo.”
“Hai ragione. È possibile.” Satoshi le dà ragione, ma continua a pensare al passato.
Però, la coca cola che ho bevuto lì era più buona della mia vita.”
Restiamo in piedi davanti al teatro per un po’. Dalla prima volta sono passati sei anni, e ora siamo tutti qui, ancora insieme.

Ho scritto “tutti”, ma qualcuno in realtà manca. E poi c’è Yuriko, che nel 2013 non era con noi, e adesso è qui. “Ho sentito parlare così tante volte del tempo in cui non c’ero, eppure non mi dispiace. Neanche sento di essere arrivata tardi…” Yuriko parla mentre camminiamo verso gli appartamenti. Sembra che Yuriko stia immaginando un tempo in cui lei non esisteva. Nella sua parte del copione c’è una frase del genere.
“Come le persone, credo che anche l’albergo abbia il suo primo ricordo”.

“Mentre recitavo la mia parte, oggi, ho pensato che è vero. Quando cammino in città vedo la parola “vecchio” intorno a me. In giapponese, vecchio si dice 古い. Mi sembra che la gente di questa città tratti bene ciò che è vecchio. Quando ero in Giappone, non pensavo sul serio che anche un edificio avesse il suo ricordo. Ma camminando in questa città lo capisco.”

Siamo arrivati ai nostri appartamenti. Qui accanto c’è una chiesa. Ho sentito di dire che gli appartamenti sono stati realizzati dalla ristrutturazione dello stesso vecchio edificio. Prima della ristrutturazione, che tipo di paesaggio guardava la mia stanza?

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