mum&gypsy

IL MIO TEMPO #6〜#11

IL MIO TEMPO #8

2019/03/27

IL MIO TEMPO #8
2019.2.25

広場を歩いているとクラクションが鳴る。振り返ると、運転席でアンドレアが手を振っていた。ほどなくしてジャコモも車でやってくる。今日はふたりが運転する車で、郊外まで連れて行ってもらう。車内には甘いポップスが流れている。朝の道路は渋滞していて、車で溢れ返っている。ほどなくして環状交差点に差しかかる。そこには信号機がなく、ロータリーを車がぐるぐる走っているところに、アンドレアはするりと合流する。「これは僕らには難易度が高いね」と藤田さんが言う。「いつまで経っても入れないかもね」とじつこさんが同意すると、「ジャコモは『もっとアグレッシブに行かないと駄目だ』と言うんだ」とアンドレアが笑う。道路を渡るときでも、交差点に合流するときでも、アグレッシブに行かないとかえって危険なのだ、と。

ジャコモとアンドレアに出会ったワークショップで、皆が地元を離れた日の記憶を聞かせてもらったことを思い出す。彼らがフィレンツェを離れたのは、ドイツにある大学に入学するときのこと。荷物を詰め込んだ車をジャコモが運転し、アンドレアは後部座席に座っていた。ふたりが暮らすことになっていたアパートはインターネットで探した物件で、まだ実物を見たことはなかった。助手席にはジャコモのお父さんがいて、「そのアパートは本当に存在するのか、家賃はいくらなんだ」と心配そうに尋ねてきた。本当の家賃は650ユーロだったけれど、心配させないように「500ユーロだよ」と嘘をついた――そんなエピソードを聞いて5年が経ち、初めてふたりが運転する車に揺られている。

ハイウェイを走ると、すぐに郊外の風景に切り替わる。一歩外に出ると、フィレンツェの街並みの特殊さが際立つ。「あれだけ古い建物が残ってるってことは、戦争の被害は受けなかったこと?」と藤田さんが尋ねると、「歴史を遡れば、ピサやプラトといった都市から攻撃を受けましたよ」とアンドレアが言う。「それと、第二次世界大戦のときはドイツ軍の攻撃を受けました」。日本とイタリアとドイツは同盟国であったはずだけれども、イタリアが連合国に降伏すると、ドイツは傀儡政権を打ち立て、イタリアに戦争を続けさせたのだという。南から連合国軍が攻め込んできて、イタリアは戦場であり続けた。ドイツ軍は北部に撤退してゆく。少しでも連合国軍の侵攻を食い止めようと、フィレンツェから撤退する際に、ドイツ軍は橋という橋を破壊して、まるでそこを捨て石のようにして去ったのだという。よく似た話を、私たちは知っている。唯一残された橋がポンテ・ヴェッキオで、イタリアで戦争が終わったのは1945年の春だ。

1時間ほどで目的地にたどり着く。そこはジャコモが紹介してくれたアンティーク・ショップで、店内にはかつて看板に使われていたのであろう様々なアルファベットが並んでいる。舞台上に「IL MIO TEMPO」という文字を配置したいと藤田さんが言うので、郊外まで物色にきたのである。

「ちょっとさ、皆、自分が好きな『IL MIO TEMPO』を持ってきてもらっていい?」。藤田さんに促されて、皆がそれぞれアルファベットを運び出し、軒先に並べてみる。無数にある組み合わせを試してゆく。「色味を統一するみたいなことに、こだわり過ぎなくていい気がする。いくつか色が入っていたほうが、いろんなホテルの看板を集めてきた感じがすると思う」。たっぷり悩んで10文字を選び終えると、ジャコモが値段の交渉をしてくれる。購入するのではなくて、レンタルするのはどうかと、予算を心配したジャコモが提案してくれる。「いや、買います。ここで買わないのはマームじゃない」と藤田さんは言い張る。

空は今日もよく晴れている。「風が春になってきた」とゆり子さんが言う。今週からは気温が上がり、コートは必要なくなりそうだ。その年の春も、こんな風が吹いていたのだろうか。

  • 2019年 撮影:橋本倫史
  • 2019年 撮影:橋本倫史

Mentre cammino in città sento suonare un clacson. Guardo indietro, Andrea al volante mi saluta. Subito dopo arriva anche Giacomo con un’altra macchina. Oggi andiamo fuori cittàcon le loro auto. In macchina c’è una musica pop leggera. Per strada al mattino c’è molto traffico, è pieno di macchine in coda. Siamo entrati nella circonvallazione. Non c’è il semaforo. Le macchine girano intorno alla rotonda, Andrea infila la sua nel flusso. “Questo, per noi è molto difficile.” dice Takahiro. “Non credo saremmo in grado di entrarci.” Jitsuko annuisce. “Giacomo dice che dovrei guidare in modo più aggressivo.” Dice Andrea ridendo. Dice che nel traffico bisogna prendere decisioni in modo rapido e deciso, altrimenti è più pericoloso.

Mi ricordo del workshop in cui ci siamo conosciuti. Quella volta hanno raccontato il ricordo di quando hanno lasciato il paese dove sono cresciuti. Sono stati ammessi all’università in Germania, e così hanno lasciato Firenze. Giacomo guidava la macchia carica di bagagli, Andrea sedeva dietro. Hanno scelto l’appartamento in cui si sarebbero trasferiti su internet, senza vederlo dal vivo. Il padre di Giacomo era seduto accanto a lui, e gli ha chiesto un po’ ansioso: “Esiste veramente questo appartamento? Quanto costa l’affitto?” Sono passati già 5 anni da quando ho ascoltato questo racconto, ora sto dondolando in macchina mentre loro guidano.

Il panorama cambia velocemente ora che siamo in autostrada. Uscendo dalla città, si nota la particolarità del paesaggio di Firenze. “Sono rimasti tanti vecchi palazzi… Non hanno subito danni durante la guerra?” chiede Takahiro. “Tanti secoli fa, Firenze era spesso in guerra con le città di Pisa e Prato.” Andrea parla mentre guida. “Durante la seconda guerra mondiale, la città è stata occupata dai soldati tedeschi” Dice che Giappone, Italia e Germania erano alleati. Ma quando l’Italia ha rotto l’alleanza per terminare la guerra, la Germania ha formato un governo fantoccio in Italia e la guerra ha proseguito. Dal Sud salivano le truppe Americane, e l’Italia è diventata un campo di battaglia, con l’armata tedesca che via via si ritirava verso nord. Prima di abbandonare Firenze hanno distrutto i ponti sull’Arno per rallentare, anche se di poco, gli avversari. Come se un ponte fosse una pedina da sacrificare. Noi abbiamo una storia simile. L’unico ponte che si è salvato è stato Ponte Vecchio. La guerra in Italia è finita nel 1945.

Dopo circa 1 ora giungiamo a destinazione. Arriviamo in un negozio di antiquariato che Giacomo ci ha consigliato: si chiama Laboratorio 107. Dentro al negozio sono esposti tante lettere che un tempo sono state usate per le insegne. Takahiro dice che vuole mettere la scritta “IL MIO TEMPO” sul palco, così siamo venuti qui.

“Ognuno di voi può prendere le lettere de “IL MIO TEMPO” che preferisce.” Spronati da Takahiro, ognuno prende uno o più caratteri dell’alfabeto. Ogni pezzo viene portato nel cortile, alla ricerca di una combinazione convincente. “Non mi interessa se hanno colori simili. Preferisco scegliere colori diversi così sembra che sono state collezionate e trovate in tanti alberghi diversi.” Riflettono a lungo. Dopo avere scelto le 10 lettere, Giacomo prova a contrattare il prezzo. Il proprietario propone di darcele a noleggio: costa meno. “No, le compro. Se non le compriamo, non siamo Mum [&Gypsy].” S’impunta Takahiro.

Il cielo è sereno anche oggi. Il vento sta diventando brezza di primavera.Dice Yuriko. Da questa settimana le temperature salgono e forse non ci sarà bisogno del cappotto. Anche nella primavera di quellanno il vento soffiava così?

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